Il significato della moda

Georg Simmel ha messo in luce nel 1895 come la causa della variabilità della moda sia il confronto che si manifesta tra due spinte contrapposte presenti negli esseri umani: quella che ricerca l’imitazione (o uguaglianza) e quella che muove verso la differenziazione (o mutamento): «La moda è imitazione di un modello dato e appaga il bisogno di un appoggio sociale, conduce il singolo sulla via che tutti percorrono, dà un universale che fa del comportamento di ogni singolo un puro esempio. Nondimeno appaga il bisogno di diversità, la tendenza alla differenziazione, al cambiamento, al distinguersi» (p. 21). Ciò avviene perché, come ha argomentato lo stesso Simmel, l’individuo si sente rassicurato dal fatto di appartenere, grazie alla moda, a una collettività sociale che si comporta nello stesso modo e condivide gli stessi obiettivi e ideali. Nel medesimo tempo, però, egli è anche gratificato quando riesce a sperimentare gli aspetti originali e sorprendenti che la moda può assumere. La moda è un fenomeno sociale: nasce solo in parte dalla necessità umana correlata alla sopravvivenza di coprirsi con tessuti, pelli o materiali lavorati per essere indossati. Dopo la preistoria l'abito assunse anche precise funzioni sociali, atte a distinguere le varie classi e le mansioni sacerdotali, amministrative e militari. Le donne, che solitamente erano escluse dal potere, non per questo rinunciavano a vestirsi con cura e ricchezza